giovedì 4 maggio 2017

LE PIANTE OFFICINALI NEL MEDIOEVO(476-1492)

La medicina non era molto sviluppata, infatti fino al 1200 i medici scarseggiavano e le terapie non erano sufficientemente efficaci. I metodi di cura non erano molto sviluppati ma lo erano quelli per fratture e ferite causate dalle battaglie. Nel medioevo la cura delle malattie si basa principalmente sull'utilizzo delle piante, dei minerali e sul riposo a letto. Venivano usati molto la menta, il papavero, l’aloe, il finocchio, l’olio, il giusquiamo, la canfora, l’arsenico, lo zolfo e tante altre ancora.

Ecco alcuni esempi di utilizzo delle piante:

  • L'asarabacca, un'erba profumata usata per ghirlande, ha numerose virtù: toglie il mal di testa, attenua l'infiammazione degli occhi, spegne il fuoco sacro, favorisce il sonno e cura fin dall'inizio l'alopecia;


  • Le foglie del caprifoglio, fresche o essiccate all'ombra, cicatrizzano e consolidano tutte le ferite recenti, vecchie e spesso antiche in modo mirabile;
















  • Per eliminare le lentiggini, si prenda la radice di giacinto con l'aggiunta di alcuni lupini e si unga la faccia;














  • Le preparazioni a base di anacardo giovano contro la perdita della memoria. Se assunti da soli, gli anarcardi favoriscono la rogna e la morte.











E' soprattutto grazie alla tradizione che ci sono arrivate diverse modalità sull'uso delle erbe; infatti accanto ai campi e gli orti, nei monasteri,vi era un infermeria destinata all'uso delle erbe per curare diversi tipi di malattie. La medicina fu messa in crisi verso la metà del 1300, quando dall'Asia venne la peste. La medicina si ritrova ad essere inefficace verso questo morbo.
Molti medici vengono uccisi dalla peste, molti altri fuggono. Gli organismi pubblici organizzano la difesa: in questo periodo i medici cominciano ad essere coinvolti in quella che diventerà la sanità pubblica di stampo moderno.


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